Dopo il faticosissimo primo giorno ci si comincia ariprendere anche grazie ad un bus comodo dove riposare. Strade belle e poco trafficate, un'altra India rispetto ai miei ricordi. La prima sosta a Vrindavan ci consente di entrare un po' nello spirito indiano, è la città natale di Krisna. Soliti accattoni , qualche sadhu, puja privata per un ricco, tanti hare khrisna e mille strani odori. I miei compagni di viaggio mangiano molto. Alla spettacolare città abbandonata di Fathepur Sikri ritrovo la pesantezza delle mille guide che abbindolano i turisti, dei tanti pretesti per guadagnare qualche rupua ma anche la meraviglia di un luogo fantastico, il primo approccio con le costruzioni moghul. E che dire della favolosa Jama Mashid, la grande moschea sempre piena di fedeli che girano attorno alla tomba del santone legando spaghi rossi e gialli per esprimere un desiderio. Grandi occhi neri mi fissano all'entrata e ricambio con un sorriso e si comincia a giocare, io e una stupenda bambina, un'ora di scherzi poi quando mi vede frugare in tasca mi chiede di comprarle qualcosa ma assolutamente di non darle soldi per niente e cosiì le compro senza contrattare una specie di maracas artigianale insieme a qualche scatto fotografico e al suo gran sorriso come saluto finale. L'entrata in Agra è in mezzo ad un traffico indescrivibile, si avanza di un centimetro alla volta, nma non è un modo di dire. Per cena andiamo a Sheroes Hangout, il locale gestito da ragazze rovinate con l'acido e che portano avanti la campagna "StopAcidsAttack", si mangia molto bene ma soprattutto è una grande esperienza di umanità. Rientriamo in hotel facendo le corse con i tuc-tuc. E' sempre incredible India ma è progredita tantissimo in questi ultimi anni, come pulizia e come apparenza, vedremo nei prossimi giorni!
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