Erano mesi che volevo fare un giro nella zona di Mirandola per rendermi conto
della situazione post-terremoto, in fin dei conti sono circa 70 km. in linea
d'aria di distanza da casa mia. Avevo paura di passare per un turista del dolore
e questo mi ha fermato finchè ho ricevuto un invito da due gentilissimi amici
che mi hanno ospitato a pranzo e condotto in giro per le strade di Mirandola e
dintorni. Arrivando da Modena si cominciano a vedere i primi danni con case di
campagna scoperchiate, capannoni industriali distrutti, tende camper e roulotte
vicino alle case, tendopoli dove alloggiano ora solo extracomunitari. La gente
del posto che non può accedere alla propria casa (tantissime persone, n.d.r.) si
fa ospitare da parenti e amici non troppo distanti.
Da pochi giorni il
centro storico di Mirandola non è più zona rossa ma è accessibile: tutto attorno
inferriate con cartelli e fogli appesi .... sono negozi e professionisti che
segnalano se sono aperti o meno e dove si sono trasferiti. Mi incammino per il
centro, sì è aperto ma in pratica è solo un camminamento all'interno di una
città fantasma, il silenzio e l'abbandono mi sconvolgono ... le locandine sui
muri segnalano eventi di fine maggio ... il tempo si è fermato a quel brutto
indimenticabile giorno di maggio!!
L'ospitalità di queste terre è
fantastica, i due amici mi preparano il pranzo che consumiamo insieme scherzando
... si sente una porta sbattere e all'improvviso i due volti sorridenti si
trasformano in maschere preoccupate se non terrorizzate ... in pochi secondi
capisco con che sentimenti di paura sta vivendo la gente di questi luoghi, la
fatica nel dormire e l'impossibilità di stare tranquilli ... il mio ospite ha
messo anche un letto vicino alla porta ... la terra continua a dare segnali di
paura (ogni giorno piccole scosse!) e anche chi può entrare nella propria casa
non è per niente tranquillo. Le farmacie della zona vendono a go-go
tranquillanti e antidepressivi!
Un signore ci invita gentilissimo a casa
sua, ha qualche danno ma soprattutto la paura a dormire in casa, la famiglia è
ospite di parenti ad una cinquantina di chilometri e lui tutti i giorni viene a
fare un giro in casa sua .... la casa è ben messa e giudicata abitabile ....
dalla terrazza si ha un colpo d'occhio eccezionale sulla città, si vedono tetti
ondulati o squarciati e soprattutto le due chiese più importanti semidistrutte.
Ma dal padrone di casa arriva anche il messaggio più importante: bisogna
continuare a vivere!!
Nel pomeriggio andiamo a visitare i dintorni di Mirandola, quartieri artigianali
quasi completamente distrutti dove hanno perso la vita alcuni operai ... c'è
pulito ma la distruzione subita è impossibile da nascondere e da dimenticare:
chi ha voluto ricominciare ha affittato capannoni nel veronese.
A Medolla
vediamo di fianco alla chiesa due pezzi del campanile che è stato "smontato" per
evitare ulteriori crolli e l'interno della chiesa presenta una scena drammatica,
ci sono ancora tutte le sedie ricoperte di calcinacci e mattoni ... a pochi
passi un tendone bianco sostituisce la chiesa per le funzioni religiose di
questa caldissima estate ... e un piccolo prefabbricato è diventato la casa del
gentilissimo parroco.
Nelle strade di campagna è un disastro
continuo, tutte case distrutte o perlomeno scoperchiate, tutte le vecchie case
sono assolutamente inabitabili. Ci fermiamo di fronte ad una vecchia corte con
un'immensa casa patronale che doveva essere bellissima fino al giorno
prima!!
La padrona di casa sta innaffiando i fiori e ci invita a vedere
il disastro combinato dal terremoto, ci racconta i sacrifici fatti dalla
famiglia per comprarsi questa bellissima casa di campagna e mi dice che nella
vita ci vuole pazienza, viene tutti i giorni ad innaffiare (al figlio dice
che viene solo due giorni alla settimana!!) e non piange se no suo figlio la
sgrida ... sinceramente vorrei piangere io!!
Ci fermiamo a San Felice sul Panaro ... c'ero stato per caso a marzo ma quello che trovo è ben diverso, la rocca ha perso una torre e mostra diversi segni di cedimento e il paesino è perlopiù inaccessibile con tanti palazzi messi in sicurezza ma assolutamente non agibili.
Oggi ho visto tanta distruzione ma soprattutto ho incontrato tantissima dignità e umanità, gente che non si piange addosso e vuole ricominciare a vivere, gente che non vuole essere mantenuta dallo Stato ma che non vuole nemmeno essere affondata o dimenticata dallo Stato.
Ci fermiamo a San Felice sul Panaro ... c'ero stato per caso a marzo ma quello che trovo è ben diverso, la rocca ha perso una torre e mostra diversi segni di cedimento e il paesino è perlopiù inaccessibile con tanti palazzi messi in sicurezza ma assolutamente non agibili.
Oggi ho visto tanta distruzione ma soprattutto ho incontrato tantissima dignità e umanità, gente che non si piange addosso e vuole ricominciare a vivere, gente che non vuole essere mantenuta dallo Stato ma che non vuole nemmeno essere affondata o dimenticata dallo Stato.