martedì 30 settembre 2014

Ritorno a Pokhara

Saluto Lumbini e il padrone della guesthouse che continua ad adularmi, è rimasto colpito dal mio rapporto con i santoni , non ho dato una rupia eppure tutti mi hanno sorriso, concesso una foto e stretto la mano, in pratica hanno detto "sei uno di noi!!", e non me ne preoccupo!! Zoppico un pò ma la situazione acciacchi dopo la caduta di ieri è in netto miglioramento con tanto di livido sulla chiappa destra. Sveglia alle cinque in punto grazie ai canti striduli che provenivano dal tempietto di Shiva, un pò dappertutto ne stanno costruendo in occasione del Dasain, la festa dei prossimi giorni. Abbandonata questa zona che sembra più India, il confine è vicinissimo, cominciamo ad arrampicarci per dei tornanti in mezzo alla foresta, terrazze di riso e cascatelle a picco sulla strada contornano lo stupendo panorama che ci accompagna fino a Pokhara. Prendo alloggio nel solito hotel Himalayan Inn e poi faccio due passi per questo paesino turistico, riesco anche a trovare un giallo italiano in un negozio che vende e compra libri. Mi manca un pò il bel gruppo delle prime due settimane. Mangio un bisteccone insieme a delle cinesi di Taiwan, compro qualche pashmina e poi me ne torno all'albergo per un meritato riposo.
E intanto mi chiedo : "come mai tutte le volte che torno a Pokhara zoppico?".
Ma la cosa più bella e gratificante è vedere che tutti i ragazzi dell'hotel passano salutandomi con un sorrisone contenti del mio ritorno, ma su tutti emerge il vecchio Gurkha, ora addetto alla sicurezza, che mi saluta sempre con un sorrisone ed un impeccabile saluto militare.

Particolari cortonesi



lunedì 29 settembre 2014

Lumbini

C'e' un po' di nostalgia nell'aria, accompagno il gruppo in aeroporto, purtroppo non mi lasciano entrare cosi' saluto  e li abbraccio tutti , dieci splendidi ragazzi e dieci splendidi compagni di viaggio. Loro tornano in Italia ed io resto un'altra settimana in terra nepalese. Parto per Lumbini, ci vuole un po' di tempo per uscire da Kathmandu poi sulla solita strada appare una coda chilometrica causata da alcuni trasporti speciali provenienti dall'India quindi finalmente ci si muove e presa la strada verso il Terai toccheremo anche velocita' mai pensate come i 90 all'ora. A Daimlu l'autista si ferma a mangiare, vado a fare due passi, almeno pensavo, poi vengo fermato da due simpatici santoni, uno mi scrocca una sigaretta e l'altro mi scrocca la cicca della sigaretta!! Vedo un terzo che si incammina per una scalinata e lo seguo, scopre che sono italiano e mi dice "Rome is painting" (Roma e' un dipinto!) e scoppia a ridere clamorosamente cosi decido di incamminarmi, saranno venti minuti di salita con gradini anche ripidi, altri santoni e tante scimmie che scappano appena punto la macchina fotografica. Un indiano mi invita a salire ma senza comprare niente, mah!! Arrivato in vetta trovo un piccolo tempietto induista con diversi fedeli, niente di che ma la passeggiata si e' rivelata divertente e interessante, mentre scendo sento musica orientale, in un piccola radura alcuni uomini tra cui un poliziotto ballano ondeggiando e quattro santoni seduti li guardano seriosi, che mondo strano!! Finalmente arriviamo a Lumbini, tante risaie e un piccolo villaggio esterno ad una grandissima area religiosa, fa molto caldo e trovo alloggio al Lumbini Village Resort, una piccola tranquilla guesthouse. Per la notte utile sia la zanzariera che il ventilatore.
Appena sveglio vado a fare colazione nel ristorantino davanti al mio alloggio e vengo subito salutato da un sorrridente namaste, e' il piccolo figlio del padrone, un bambino tracagnotto che ieri sera mi ha battuto a braccio di ferro.
Ehm sto scrivendo da un cybercafe e in questo preciso istante si e' presentata una mucca bianca immensa con un solo grande corno, dovro' cedergli la postazione? Vado a chiedere !!
Entrato nella zona sacra vengo fermato da qualche mendicante, ce n'e' tanti, ma svicolo ed entro nel primo monastero quindi nel secondo il capo monaco mi mette un laccio multicolore al polso e bello contento entro nel cerchio sacro, ovvero dove c'e' il punto esatto in cui e' nato Buddha. Davanti alla pianta simbolica ci sono monaci buddhisti e santoni induisti tutti insieme silenziosamente in preghiera, e' un'atmosfera incredibile. Mi siedo un po' di tempo anch'io. Quindi comincia la grande camminata lungo il canale che divide monasteri Theravada da una parte e monasteri Mayabhana dall'altra. Incontro piu' volte il padrone della guesthouse che sta accompagnando in tour i suoi parenti di Kathmandu, lo definiscono un giro entusiasmante e illuminante, come dargli torto! Il mio preferito e' ovviamente il monastero tibetano nepalese dove trovo la solita funzione musicata e tanti bambini che stanno studiando ma alla fine li visito quasi tutti, e' un vero e proprio museo vivente all'aperto dove sono rappresentate quasi tutte le dottrine buddhiste e un paradiso per chi e' alla ricerca di un luogo per la meditazione. E' un continuo metti e togli i sandali cosi' all'ultima visita in zona Sri Lanka riesco anche a scivolare sul bagnato, un inizio di temporale giusto in tempo per dare il mio rumoroso saluto alla terra. Per fortuna nessun danno cosi riparto verso il villaggio e incontro il mio autista che ha preferito farsi un giro in bicicletta.

Infiorata di Chiaravalle della Colomba







sabato 27 settembre 2014

Kathmandu-du-du-du

Titolo liberamente tratto da Abatantuono in Marrakech Express, e ampiamente dedicato a Pier l'amico che non sono mai riuscito a portare in Nepal perchè diceva che non c'erano templi da vedere! Oggi lascio libero il gruppo, shopping e giri senza meta per questa caotica città piena di sorprese. Subito ci rechiamo a vedere una bella piazzetta con stupa dove ci sono pochi turisti ma il fascino intatto del luogo di culto. Sistemo tutti i contratti con la favolosa agenzia con cui ho organizzato il viaggio per conto di Avventure nel Mondo, quindi in taxi mi reco nella mia zona preferita, Bodanath ... il grande stupa.
Faccio alcuni giri a piedi ovviamente in senso orario insieme ai fedeli tibetani quindi vado nel solito ristorantino con terrazza e finalmente mi bevo la prima SanMiguel del viaggio senza farmi mancare una zuppa di pomodoro, nostalgia del primo (di cinque) viaggio nepalese dell'89. Passo qui un'oretta ad ammirare il passeggio e le preghiere poi in taxi torno in albergo, breve pisolo e poi pronto ad affrontare l'incredibile folla per arrivare a Durbar Square. Nel frattempo ho anche finito di leggere l'ottimo libro "Sette fiori di senape" che mi ha raccontato un Nepal spesso invisibile ai turisti e mi ha chiarito ancora una volta il perchè rimango sempre attratto dal sorriso che hanno i bambini di strada malgrado quello che passano! C'è molta vita davanti al tempio della dea Khali e non mancano i santoni sorridenti a caccia di foto pagate!!
Mi ributto nella folla e in qualche modo arrivo al mercato delle spezie in Asam poi raggiungo il quartiere turistico di Thamel. Vengo attratto da un venditore di batik, le stoffe pitturate originarie dell'India, e non posso fare a meno di acquistarne qualcuna poi mi accompagna in un favoloso baretto nepalese in cui la cuoca è intenta a fare spaghetti a mano, i famosi chowmein, che verranno poi serviti fritti. Ritrovato il gruppo, saliamo sul pulmino e ci rechiamo in un elegante ristorante nepalese: l'agenzia ci offre la cena e i regali d'addio. Tutto il gruppo resta sorpreso ancora una volta dell'eccezionale generosità nepalese. Domani mattina tutti i miei dieci giovani ed eccezionali compagni di viaggio mi saluteranno e torneranno in Italia, io mi fermo ancora una settimana ... ma questa è un'altra storia. Intanto devo ringraziare per l'ennesima volta Avventure nel Mondo dell'eccezionale esperienza che mi ha fatto fare in giro per il mondo e in particolare in questa Asia che amo con tutto il cuore e dove sempre di più mi trovo a mio agio.

Da Baktapur a Kathmandu

Lasciamo la tranquilla e indimenticabile Baktapur infilandoci nel solito traffico di Kathmandu ma ci fermiamo per prima cosa a visitare Bungamati, piccolo paesino con un grande tempio a Shiva (anni fa ci vidi una grande festa), le solite tranquille scene di vita quotidiana quindi Kokana (vi producono un ottimo olio di senape, n.d.r.) altro paesino newari in cui giochiamo con diversi bambini prima di vedere la fabbrica di tappeti a Juliwkhel gestita da profughi tibetani. Finalmente arriviamo a Patan, con la sua splendida Durbar Square e il Tempio d'Oro, qui ci sono anche tanti turisti, è un gran posto ma meno pacifico di altri appena visti. Nel tempio dei mille Buddha siamo attratti da un trio di monaci, due uomini ed una anziana, che accendono tutte le candele e ruotano tutte le preghiere recitando mantra. Affascinanti e pacifici, come dovrebbero ben sapere i cinesi!! Alla fine arriviamo al clou della giornata, lo splendido e famosissimo Swayambunath, il tempio delle scimmie ... scimmie che subito fregano un pacchetto di fazzolettini ad una ragazza e poi una fetta di cocco ad un'altra spaventandola. Il grande stupa domina su Kathmandu, è un luogo indescrivibile. Certo Kathmandu non è Bakthapur, qui riappare il solito casino e il notevole smog, camminare non è più così semplice. Ci perdiamo nel'Asam market a comprare spezie trovando anche un americano che ci offre hascisc facendoci scoppiare a ridere. Per cena meritatissime bisteccone all'Everest Steak House: ogni tanto bisogna pur andarci!!

Una Ducati come specchio


giovedì 25 settembre 2014

Bhaktapur

La prima domanda che mi viene in mente stamattina è stata "ma Bakthapur è patrimonio dell'Unesco?", la risposta ovviamente è "Sì"!! Ci alziamo alle 6 e muniti di biglietto ci facciamo subito un giretto per la città vecchia, sempre spettacolare con i suoi vecchi palazzi intarsiati e i tanti templi nonchè le piazzette già gremite di gente impegnata in contrattazioni svariate. Bande di giovani con tamburi e tanti fedeli che fanno offerte nei tempietti, prediligendo Ganesh e Visnù nelle sue tante reincarnazioni.
E' solo un primo assaggio, poi facciamo colazione e ci dirigiamo a Thimi, piccolo paesino rinomato per la terracotta, ci incamminiamo cercando di non disturbare la vita quotidiana quindi ci dirigiamo al vicino Changu Narayan un bel tempio con tante divinità, negli intagli di legno non mancano le figure erotiche che continueremo ad osservare divertiti nei templi successivi della Durbar Square di Bhaktapur ed in un tempietto isolato in cui protagoniste diventano diverse specie di animali. E ora di pranzo e le bancarelle attraggono, malgrado offrano soprattutto dolci però ci basta per cominciare la lunga passeggiata all'interno della stessa Bhaktapur, sembra di tornare indietro nel tempo. E' la quinta volta che la visito e mi sembra sempre la prima, lo stesso identico fascino di sempre. Stretti vicoli, gruppi di anziani dall'immancabile cappello a ventitre (che ha conquistato la maggioranza maschile del gruppo!) seduti sotto portici di legno, donne che chiaccherano, che filano o che tengono in braccio bambini sempre pronti al sorriso e ad un saluto.
Colori vistosi che mi accompagnano nella discesa verso una distesa di lingam (i religiosi falli induisti) che preludono all'ingresso dell'area sacra visino ad un fiumiciattolo dove è in corso una cremazione. Sempre serenità. poi visitiamo la fabbrica delle carte da riso (in verità sono prodotte con agave) e il gruppo si fa prendere dalla febbre dello shopping. Conclusa la bella visita mi rifugio sul tetto dell'albergo a bermi una birretta Everest e rimango ammaliato non solo dal panorama, ma soprattutto dai bambini e, non solo, che sui tetti giocano con gli aquiloni: è proprio un altro mondo e mi piace proprio tanto!!

Ultimi ricordi nordici




mercoledì 24 settembre 2014

Da Chitwan a Bhaktapur

Non c'è che dire stasera siamo tutti abbastanza distrutti! Alle 6 ci sveglia il personale dell'hotel di Chitwan con caffè e biscotti quindi partiamo per un giretto in barca di legno che ci permetterà di vedere un altro rinoceronte e purtroppo nemmeno un coccodrillo, quindi passeggiata per la jungla osservati dalle scimmie. E' piacevole e non c'è troppa umidità alla mattina presto. Ci godiamo quindi una superba colazione che assomiglia più ad un pranzo prima di salire in pulmino per il lungo viaggio a Baktapur. Sono 150 chilometri e io prevedo circa 6 ore invece saranno ben 9 , le prime in una strada a tornanti con sorpassi e scene che un pò fanno rabbrividire per la guida anche se il nostro autista è bravissimo e la velocità è bassissima , poi gli ultimi 20 chilometri sono tutti di traffico pazzesco che ci fa perdere ben tre ore. Arrivati alla favolosa Baktapur faccio subito i biglietti perchè il nostro alberghetto è proprio all'ingresso della città vecchia in cui ci concediamo anche una passeggiata per andare a cena. A letto presto perchè ci aspettano altri due intensi giorni di visita alla valle di Kathmandu.

Arte a Shiraz



martedì 23 settembre 2014

Chitwan

Al risveglio a Bandipur purtroppo il cielo è grigio malgrado la clamorosa stellata notturna e la valle è coperta dalla foschia, siamo a 1030 metri. Salutiamo il nostro ottimo resort e ci ributtiamo sulle strade nepalesi, non saranno come quelle indiane ma comunque lo spettacolo e gli incidenti non mancano. Il nostro autista si dimostra ottimo e abbastanza prudente, a volte lo vedi che freme per sorpassare e aspetta un mio cenno. Stupendo il gioco di clacson che precede ogni sorpasso. Scendiamo e ritroviamo il caldo umido, e dopo tre ore abbondanti siamo all'ingresso del famoso parco di Chitwan dove sono rimaste ancora alcune tigri difficilissime da vedere, una volta era parco di caccia dei reali inglesi. Il Temple Tiger Resort è favoloso e a dir poco lussuoso, pranziamo poi alle 16 partiamo per il primo tour, è un giro sugli elefanti di circa due ore. Tutto il gruppo è contentissimo per l'esperienza, ogni tanto ci rimbalzano addosso i rami spostati dai pachidermi che ci ospitano su delle ceste. Vediamo cervi e scimmie, poi finalmente in un grosso canneto dentro all'acqua ci sono due rinoceronti unicorni con un piccolo che fanno il bagno, è proprio quello che ci voleva per far diventare favoloso il pomeriggio. Soddisfatti ci godiamo il lusso in attesa dei giri mattutini dell'indomani.

Benvenuti a Fidenza


lunedì 22 settembre 2014

Bandipur

Sempre con davanti le immagini imponenti dell'Himalaya salutiamo il traffico di Pokhara e facciamo tre ore di strada fino ad arrivare alla tranquillissima Bandipur, da poco conosciuta al turismo. Si cammina senza rumori di fondo, nessuna automobile, solo gente intenta alla sua vita quotidiana, è una giornata più che rilassante che ci permette di goderci questa semplice vita rurale. Dal nostro albergo abbiamo un grandioso panorama sulla vallata sottostante. Entriamo in una scuola, una partecipante ha portato un pacco di quaderni e l'accoglienza è fantastica, però ce ne andiamo presto per non rovinare la giornata scolastica.
Il paesino ha una specie di corso pedonale tra antiche case newari dalle fini lavorazioni in legno. Malgrado la stanchezza accumulata camminiamo tutto il pomeriggio, in una scuola una maestra ci organizza una specie di recita cantata però siamo molto attratti anche dalle tante partite di calcio che coinvolgono giovani di ogni età in campi decisamente improbabili. Tutti ci onorano con il magico Namaste, il caldo e più che amichevole saluto nepalese. Tutti gli uomini indossano il tipico cappellino che fa breccia anche nel mio gruppo. Bello viaggiare così, camminando senza meta per immergersi senza disturbare nel mondo locale e quello nepalese offre decisamente molte aperture e tanti sorrisi.

La vecchia bottiglia


domenica 21 settembre 2014

Trekking dell'Annapurna

Ginocchia e polpastri assenti, si spera in un prossimo veloce ritorno!!
Sono stati quattro giorni fantastici e allo stesso tempo decisamente faticosi. Partiti in pulmino, da Nayapul abbiamo camminato fino alla prima meta, Ulleri, con un dislivello di 1000 metri, da 1000 a 2000 con un numero infinito di gradoni, di muli carichi di materiale, di sole afoso e di tanta voglia. Avevo fatto questo trekking 25 anni fa e un po' lo temevo ma alla fine con il mio passo tranquillo l'ho superato senza crisi così come tutto il gruppo di giovani che era con me. Già in partenza da Pokhara la catena dell'Annapurna era ben visibile malgrado l'acquazzone violento di ogni pomeriggio. All'inizio si attraversano piccoli villaggi poi aumentano le guesthouse, ai miei tempi erano pochissime e con camerate di letti, adesso sembrano piccoli villaggi dove si trova acqua che aumenta di prezzo salendo e altre bevande, inoltre quasi sempre c'è il wi-fi a pagamento come le doccie con acqua calda. Le sistemazioni però sono ottimali così come la nostra ottima guida Ram e la sua squadra di quattro portatori.
Il secondo giorno partiamo subito con un'ora molto abbondante di gradoni poi è tutto un sali e scendi ma il dislivello è di ben 800 metri, la meta è Gorepani con i suoi 2800 metri. Nel pomeriggio alcuni sfidando la pioggia salgono a Poon Hill per poi ripetersi l'indomani mattina, così toccano i 3200 metri di altitudine e vengono premiati da uno stupendo panorama di cime innevate, tutte tra i 7200 metri e gli 8100! Per strada si incontrano più o meno le stesse persone, dalla tedesca impegnata nella cooperazione tra Uzbekistan e Tajikistan a combattere la tubercolosi, dal vecchio giapponese che in netta crisi lancia le sue racchette, dal mulo che rompe la cassa di birra alle giovani ragazze che si inerpicano ridendo. E' un trekking impegnativo, tutti lo possono fare ma non è esattamente una passeggiata. Nel pomeriggio a Gorepani vanno in scena accanite parite di burraco e di simil-curling.
Inizia quindi il terzo giorno con una bella salita che ci porta a 3040 metri dove tra preghiere tibetane ci godiamo lo spettacolo dei diversi Annapurna quindi camminiamo nella foresta ma le sanguisughe colpiscono poco, a me ne si attacca una sotto al ginocchio ma basta un pò di sale per farla staccare senza che mi lasci infezioni. Arrivano anche due belle ore di pioggia battente, per fortuna gli scalini in salita sono quasi finiti così cominciamo la discesa spacca ginocchia fino all'affascinante villaggio di Gandruk con monasteri ed esuli tibetani. Qualcuno non si regge più in piedi, qualcun'altro ha perso la suola delle scarpe da trekking ma in definitiva tutto il gruppo ha superato alla grande questi tre giorni di trekking e come premio prima ci viene cucinata una favolosa torta al cioccolato con undici candeline alla salute del gruppo "Nepal Discovery" e poi all'alba ecco un'altra maestosa ed insuperabile visione del complesso dell'Annapurna, e finalmente tutti ammiriamo la montagna sacra per eccellenza: il Machapucchare!!!
Riscendiamo a valle e ormai le ginocchia non tengono più, facciamo qualche guado poi dopo due ore troviamo una jeep che porta buona parte di noi a Nayapul dove ci aspetta il nostro solito grande pulmino, il vecchissimo ma saldo Mercedes blu!! Arriviamo a Pokhara alle 13.30, purtoppo è tardi per dedicarsi al parapendio così ci buttiamo nel lungolago chi a fare shopping chi a godersi una giusta birretta sul lago. Non è la piccola Pokhara che ricordavo io ma un immensa cittadina che vive sul turismo comunque il suo fascino rimane e il lago Pewa colpisce ancora per il suo color verde smeraldo. E mentre le ginocchia continuano a scricchiolare ci avviamo a mangiare una meritata trota di lago nella speranza di non dover superare nemmeno un gradino!!!

Flingstone



mercoledì 17 settembre 2014

Pronti per il trekking

Abbandoniamo la caotica Kathmandu e dopo qualche oretta di traffico spettacolare e bellissime colline verdi arriviamo in vista del fiume Trisuli. Il gruppo si attrezza di caschetti, pagaie e salvagenti quindi sotto un caldo torrido si mette in navigazione per la divertentissima esperienza del rafting ... io ho già dato anni fa e vado per ristorantini tipici con i ragazzi che ci seguiranno nel trekking. Dopo due orette tutti contentissimi ci ritroviamo sulla riva del fiume dove insieme ad altri turisti bagnatissimi ci consumiamo un rapido pranzo. Altre tre ore di bus e giungiamo in vista di Pokhara, diventata immensa con il passare degli anni, con tutto il lungo lago dedicato alla passeggiata turistica. Ottima cena, informazioni per un eventuale parapendio ma soprattutto preparazione degli zaini per il famigerato trekking dei prossimi quattro giorni. Tutti temono, me compreso!!! Tutti sono colpiti dalla favolosa e genuina dolcezza del popolo nepalese .. sarà per questo che continuo a tornare in Nepal!?

Maratona fotografica a Soragna


Il custode


martedì 16 settembre 2014

Secondo giorno a Kathmandu

Stasera abbiamo sperimentato il terzo ottimo ristorante, e ci siamo concessi una cena in stile tibetano ... io mi sono cimentato con un immenso vassoio vegetale dai momo, alla pasta ripiena di spinaci, riso e varie verdure leggermente piccanti, abbandonando però l'idea della calda birra tibetana che già ieri sera ha avuto un successo scarsissimo!! Ottimi anche i due pranzi in ristorantini con gran visuale, ieri sull'immenso Bodanath e oggi sulla favolosa Durbar Square di Kathmandu. La giornata è iniziata con la visita a Dakshinkali, a un'oretta da Kathmandu su un fiumiciattolo c'è il tempio alla Dea Khali in cui ogni martedi e ogni sabato i fedeli vanno a fare sacrifici animali, Oggi è senz'altro il giorno più tranquillo per la visita, meno gente e di conseguenza meno sangue: vengono sacrificati galletti e agnelli e anche noci di cocco (!!) Il tutto con gran tranquillità, certo non riempie di gioia ma nemmeno lascia sconcertati. Ci portiamo quindi a Pharping famoso per la comunità tibetana dove visitiamo un monastero femminile molto bello e assistiamo alla cerimonia con tanti monaci bambini, alcuni impegnati a suonare immense conchiglie bianche. C'è un clima di pace favoloso, la proibizione a fare foto forse aiuta a restare attenti in ascolto e in osservazione quasi mistica. All'esterno alcuni bambini in tonaca si cimentano in una partitella di calcio o meglio di inseguimento al pallone. Con mezzo gruppo sul tetto del bus a godersi il panorama ci trasferiamo nel villaggio dei nasi tagliati, Kirtipur, decisamente più grande di quando lo visitai venticinque anni fa. E' comunque sempre una bella passeggiata tra antichi templi e antiche case dalle finestre finemente intagliate ... non mancano gli incontri con donne che filano, che battono il riso e che ridono con noi grazie alle foto. Grande visuale di Kathmandu dall'alto e poi via ad infilarsi tra i suoi animati vicoli. Obbiettivo è la grande Durbar Square con i suoi templi tra cui spicca quello alla Dea Khali sempre in attesa di sangue e il Palazzo Reale con il Dio Scimmia all'ingresso. Prima facciamo due passi per Freak Street , la strada degli ormai dimenticati fricchettoni che invasero Kathmandu negli anni '70. Poi aspettiamo l'apparizione della Kumari, la dea vivente, una bambina trattata da divinità e altamente venerata fin quando non perde qualche goccia di sangue .. alle 16.30 appare per qualche decina di secondi alla finestra. Nel gruppo si scatenano perplessità e vari commenti ma alla fine si accetta questa clamorosa differenza culturale. Invece la piazza con i suoi monumenti finemente lavorati accende solo entusiasmo, usciamo in mezzo a cerchi di donne e poi in ci incamminiamo in mezzo ad un traffico più che caotico con scene e spunti sempre curiosi e divertenti, dai riscio guidati con i piedi a biciclette stracolme di merce. Questa città è sempre foriera di emozioni e di un indiscusso fascino.

Valerio Bispuri a Fidenza

Incontro/seminario con il fotoreporter VALERIO BISPURI, all’Auditorium OF delle Orsoline, in Via Berenini a Fidenza, sabato 20 settembre alle 18.30.
Valerio Bispuri è nato a Roma nel 1971 dove vive. Ha una laurea in letteratura ed è stato un giornalista e un professionista fotoreporter dal 2001. Ha lavorato per alcune dei più importanti quotidiani e riviste italiani quali : L'Espresso, Venerdì di Repubblica e Internazionale. Ha svolto un ampio lavoro in America Latina, in Africa e in Asia e in Medio Oriente. Ha esposto il suo lavoro in Italia, in Spagna e in Argentina. In Italia è stata esposta una mostra sui bassifondi di Ecuador a Lila presso l'Istituto Italiano - Latino-Americano di Roma. 
Come fotografo freelance, negli ultimi nove anni, Valerio Bispuri ha documentato la vita in 74 prigioni di tutto il Sud America. Nel 2009 ha esposto le sue opere sulle carceri argentine presso il Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires durante il Festival dei Diritti Umani. Più di recente ha lavorato sugli effetti della droga "Paco" o la pasta di base di cocaina, che è fatta dal residuo di cocaina e mescolata con sostanze chimiche , polveri e o vetro e sta uccidendo molti giovani in Sud America. 
Il lavoro ha vinto il primo premio al POY Latam 2013. Valerio Bispuri ha inoltre vinto il primo premio nella categoria "Contemporary Issues" al Sony World Photography Awards 2013.

Cercatori d'oro



lunedì 15 settembre 2014

Arrivo a Kathmandu

Parto in auto da Tabiano e mi fermo a fare diesel, visto lo zaino il benzinaio mi chiede dove vado ... "A Kathmandu", così mi augura buon viaggio!!! Parcheggio ad una decina di chilometri da Malpensa e in navetta raggiungo l'aeroporto dove ritrovo mezzo gruppo con il quale partiamo in direzione Dehli, scalo a Roma senza scendere dall'aereo ma in compenso assistiamo allo spettacolo delle pulizie!! Riconosciuti anche gli altri compagni di viaggio sostiamo a Dehli , decisamente calda e umida quindi altre due orette e siamo a Kathmandu-du-du. Ci aspetta il pulmino del fidato Amresh , raggiungiamo l'hotel, un attimo di sosta e poi graditissima e abbondante cena nepalese. Alle 22 , con un fuso di 3h45minuti, crolliamo tutti. Finalmente riposati facciamo il primo approccio con la fede relgiosa a Budanilkanta, un tempio poco turistico con Vishnu disteso e tanta dolcezza che colpisce i partecipanti. Quindi ci aspetta Kopan, ma il famoso monastero è chiuso alle visite causa arrivo imprevisto di un importante Lama, per cui ci rifugiamo al vicino monastero femminile, è bello osservare con che pazienza le monache preparano le candele d'incenso partendo da una macchinetta che sembra la nostra per preparare le tagliatelle. E' poi la volta del favoloso stupa di Bodanath, senz'altro uno dei luoghi che più amo in Nepal. Lo stupa è gigantesco con gli occhi ai quattro poli cardinali che ti osservano sempre e attorno tibetani in preghiera che fanno ruotare i cilindri di preghiera, tutto assolutamente in senso orario. Visitiamo un monastero fermandoci a giocare con i bambini monaci e poi visitiamo un interessante laboratorio dove dipingono i famosissimi e bellissimi mandala. Tutta la visita è spettacolare, è un luogo magico. Mentrre ci trasferiamo arriva un acquazzone micidiale ma appena giungiamo a Pashupatinath finisce quindi salutati i primi macachi ci immergiamo nel silenzio delle cremazioni, è uno spettacolo toccante ma vissuto con la serenità tipica di questo popolo. Nel frattempo appaiono anche i primi santoni (sadhu) pitturati e "pettinati" in maniera decisamente vistosa , pronti  a guadagnarsi rupie con le foto dei turisti, ma nonostante tutto trasmettono solo allegria. Primo giretto per i negozi di Kathmandu sempre in mezzo a strade fangose e motorini che sfrecciano e ci prepariamo alla seconda cena dopo un primo ottimo approccio a questo paese in cui due grandi religioni convivono e si intrecciano senza alcun problema.

Sotto la pioggia