Oggi sono arrivato a Ulan Bator, dopo 16 giorni favolosi a zonzo per la sconfinata Mongolia. Penso che ci mettero' del tempo a riordinare le idee. Un viaggio assolutamente favoloso, con un'ottima compagnia e due favolose uaz guidate alla perfezione lungo piste spesso difficoltose. Panorami mozzafiato e sempre diversi al contrario di chi stupidamente lo definiva un viaggio monotono, no un viaggio affascinante e sempre sorprendente fino all'ultimo. Ben organizzato con viveri a sufficenza per 15 pasti e acqua anche per affrontare l'immenso deserto del Gobi, e che deserto dove trovi radure sterminate, dune immense e faticosissime ma esaltanti da scalare (anche 250 m. alle Khongorin Els) ma anche lastroni di ghiaccio nei canyon dello Yolin Am. Oggi ho visto per la prima volta gli scheletri di dinosauro nel bel museo di scienze naturali di Ulan Bator ma l'impatto con la citta' dopo tanta natura selvaggia e' stato a dir poco sorprendente. Che bello alloggiare nelle gher e ogni tanto concedersi pasti frugali nelle gher, dopo aver giocato con cani simpaticissimi e ad aver ammirato la liberta' dei cavalli mongoli. Cieli blu che ricordano Modugno e prati verdi (dovrei citare anche Marcella Bella?) infiniti dove camminare senza meta alla ricerca della naturalezza che le donne salutano ogni mattina spandendo nelle quattro direzioni il latte di giumenta. Fantastica l'ospitalita' dei nomadi che mai si dimenticano di offrire the e formaggio, oppure un buon burro di yak. Che dire del Naadam festival a Kharkorin, sentitissimo con il pubblico a cavallo pronto a osannare i lottatori malgrado la pioggia o a correre velocemente verso i vicini campi per assistere all'arrivo dei bambini dopo 30 Km. sfenati al galoppo. Forse ho visto cosa vuol dire essere liberi, senza tanti fronzoli o tecnologie. Grazie veramente a questo fantastico popolo mongolo e alla terra che ancora ci regala incontaminati e felici scorci di bellezza selvaggia!