venerdì 25 febbraio 2011

Una sconfinata giovinezza

Un film su un argomento difficile molto ben recitato e diretto con tenerezza da Pupi Avati. Più lento il primo tempo e più affascinante il secondo con il ritorno del protagonista allo stato di bambino. Piacevole ma non entusiasmante! Però assolutamente da appoggiare l'idea di trattare un argomento sempre più attuale come il morbo di Alzheimer, e soprattutto di farlo con la famosa carica poetica del regista.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Volevo solo fare un commento per dirle che sono felice di aver trovato il vostro blog. Grazie

Ambrogio ha detto...

Ho visto il film ieri sera al Cineforum del Cinema Cristallo e a dir la verità la casa più interessante della serata sono le perplessità espresse dal Prof. Enrico Montanari che ha, alla fine, commentato brevemente il film.
L'aspetto interessante è il percorso dell'insorgere della malattia in un uomo adulto ma non certamente vecchio, questo è proprio nella prima parte. La seconda parte si limita ad alcuni flash un poco slegati ed ad un finale forzato. Lodevole comunque lo sforzo del regista nel chiudere in 98 minuti quello che nella realtà è durata (anni) e continuità (minuto dopo minuto).

marcaval ha detto...

C'ero anch'io ieri sera, purtroppo in questo periodo sono un po' stanco e alla fine sono subito scappato via.
In definitiva sono contento di aver visto questo film ma non sono andato a casa entusiasta come in altre occasioni.
Ciao Marco