Non avevo mai letto niente di Francesco Guccini, se non i testi di
alcune sue grandi canzoni come L'avvelenata o La locomotiva. Una
scrittura scorrevolissima che descrive ricordi di cose che magari non ho
vissuto nemmeno io (sono più giovane!! n.d.r.) ma che senz'altro mi
riportano indietro nel tempo .... e a volte arriva l'immancabile risata
dietro a immagini decisamente familiari. Come non ritrovarsi nella scena
della puntura che tanto ci ha atterriti da bambini e come non rivedersi
durante la naia, ormai sconosciuta ai giovani di oggi. Una gran bella lettura, e si sorride spesso malgrado la naturale dose di nostalgia.
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