mercoledì 10 novembre 2010

Il ritorno in Etiopia (parte 4)

Il lago Chamo è veramente spettacolare, fantastico navigarci in silenzio su una barca circondati da volatili di ogni tipo e da immense macchie verdi quasi invisibili: i coccodrilli, e che bestie!!
Key Afar è sede di uno dei mercati più interessanti della zona dell'Omo River, tsemay, banna, hamer e altre tribù coloriscono le stradine di questo paesino. Qui c'è anche un piccolo ambulatorio-ospedale molto importante, gli interventi più necessari sono per la malaria e per le ferite d'armi da fuoco. Infatti alcool e armi da fuoco sono molto diffusi in zona e costituiscono un binomio che non dà certo adito a molta sicurezza, tant'è che alla fine del mercato qualche colpo di fucile non manca mai. Se la malaria è un problema devastante per gli abitanti locali, per il turista è semplicemente un problema da affrontare per qualche settimana. Sono anni che io non facevo la profilassi, e sentendo parlare così male del Lariam malgrado io non avessi mai avuto effetti negativi (alcuni ironicamente sostengono addirittura che la malaria è meglio del lariam) ho voluto provare il malarone, molto più caro (ma questo non è un grosso problema!) ma soprattutto da prendere tutti i giorni e questo mi ha portato a soffrire leggermente di insonnia, quindi in futuro ci penseremo bene!!
La mia permanenza in solitaria ad Addis Abeba mi ha permesso di visitare la realtà delle missioni salesiane in Etiopia, tante e tutte con scuole molto importanti per le possibilità che creano alla gioventù etiope; molto importante l'utilizzo delle adozioni a distanza, 30 euro sono circa 600 birr e ricevendoli ogni mese sevono non solo al bambino adottato ma a tutta la famiglia come una notevole boccata d'ossigeno, così come mi dimostra la visita ad alcune famiglie nei quartieri più disastrati di Addis Abeba, con case di circa 10 metri quadrati in cui vivono anche padre, madre e dieci figli. Grazie anche a interessanti ONG italiane che operano attorno a Sodo si comincia a vedere l'enorme potenzialità del microcredito nella realtà rurale etiope.
Economicamente l'Etiopia è in netto crescendo, tanti gli investimenti stranieri tra cui spiccano gli olandesi nel campo floreale (interminabili le file di serre coperte sulla strada per Shashamane) e i turchi nel campo tessile, ma chi la fa da padrone come in buona parte dell'Africa è la Cina che concede prezzi più che competitivi e pagamenti dilazionati ... quasi tutte le strade portano il marchio cinese, e tanti gli accampamenti per gli operai cinesi lungo le grandi strade in costruzione.
"Un giorno un cinese in auto investì un asino, subito il padrone etiope chiese il risarcimento all'autista. Nel frattempo i tanti operai cinesi che lavoravano nelle vicinanze si avvicinarono per vedere cosa era successo. L'etiope teneva per il braccio l'autista cinese chiedendo il risarcimento e questi non capiva perchè l'etiope malgrado le sue rassicurazioni non gli mollava il braccio .... al che l'etiope circondato da decine di operai cinesi, gli chiese come avrebbe fatto a riconoscerlo una volta lasciato andare!!" ... è un aneddoto che si sente in tanti bar etiopi, vero o non vero è già una leggenda.
Bellissimi i Monti Bale, al Plateau Sanetti raggiugo i 4200 metri d'altezza e purtroppo le nuvole basse mi rendono difficile la visione del lupo dell'Abissinia ma alla fine almeno uno a 5 metri di distanza riesco a vederlo. Bellissimo!! Per me il muso è proprio quello del lupo, e chissenefrega se in inglese è chiamato red fox!! Dal lodge di Dinisho è possibile incamminarsi in un bel bosco popolato da fagoceri e dal bellissimo imponente Nyala, con le sue immense corna ricurve, simbolo stesso del parco nazionale.
Monte Wenchi si trova a 170 km. da Addis Abeba, si sale si sale finchè dalla cima si vede lo splendido cratere con il suo bel lago, un colpo d'occhio affascinante. E poi si scende in mezzo alle immancabili mandrie di buoi e asini stracarichi, però come nella zona del monte Bale non mancano i tanti cavalli (questa sarà poi un'ottima soluzione per la risalita! n.d.r.)
Con un amico belga facciamo a colazione a Dinisho, i sette i clienti in totale durante l'ora di permanenza, 12 i dipendenti e spettacolare il movimento, mai fermi, tutti apparentemente indispensabili, eccezionali!!
Adesso mi piacerebbe andare a visitare la Dancalia, magari partendo da Addis Abeba verso Mekelle da cui entrare nella depressione, quindi passare da Gibuti e rientrare in Etiopia passando da Harar ... va beh, ci penserò!

L'Etiopia e il comunismo