giovedì 24 luglio 2008
Divagazioni mongole (seconda parte)
… dopo ore e ore di auto (o meglio di favolose uaz, capitolo che avrò modo di ampliare) arriva anche il momento di sgranchirsi le gambe con una bella passeggiata nel terreno rosso di Bayanzag, una serie di vallette erose e modellate dal vento famose oltre che per la peculiarità del terreno anche per essere stata la patria delle famose uova di dinosauro e di alcuni scheletri conservati nel famoso e ben tenuto Museo di storia naturale di Ulan Bator. Dopo una fresca nottata al Tuvshin 1 camp, il primo incontro della mattina è con due famiglie mongole impegnatissime nella tosatura di pecore e capre per poi visitare i favolosi canyon di Yolin Am con la famosa calotta ghiacciata e con passaggi arditi in gole strettissime. All’orizzonte ogni tanto sbuca un puntino bianco, piano piano ci si avvicina e diventa una gher con il cammino fumante: vita mongola da solitari nella steppa sconfinata, che invidia!! Sempre divertente il momento del rifornimento di benzina, si arriva in un agglomerato di case, si passa davanti al distributore, una casetta improbabile, e si cerca il padrone per sapere se è aperto e se c’è benzina! Cominciamo a costeggiare le Khongorin els, maestose dune del Gobi, una macchia di circa 100Km. di lunghezza e 20 di lunghezza con punte di altezza di circa 250m., le guardo affascinato e preoccupato … ricordo le altre dune già scalate in Libia, in Namibia e in Perù quando salendo mi ripromettevo falsamente di smettere di fumare! La mattina partiamo subito e tentiamo l’arrampicata, sarà dura, circa 50 minuti e tanti momenti di crollo ma quando ormai decido di mollare l’assalto alla vetta sabbiosa, uno scatto d’orgoglio e via a quattro zampe raggiungo sorprendentemente la meta … come regalo l’immenso panorama senza orizzonti del deserto del Gobi … me lo godo fumandomi una paglia!! :-) Il Tuvshin2 camp più spartano del primo offre però ottime occasioni di passeggiate sia alle dune che per visitare qualche famiglia mongola nelle gher, assaggiando eric, il latte di cavallo fermentato, il famoso the mongolo sicuramente più accettabile di quello tibetano che i vari tipi di formaggi, dal sapore molto forte … sono incontri affascinanti ma permessi soltanto dalla presenza di un interprete. … e intanto cammino nella steppa senza meta, vedo un punto bianco e blu e lo raggiungo, è un piccolo stupa nel nulla con preghiere ed un ammasso di khatag blu! Dicevano che era un viaggio monotono … io in 5 giorni ho visto sempre paesaggi diversi, tanto verde e una pace naturale e quasi sorprendente al giorno d’oggi, come si fa a definirlo “monotono”!? Salutiamo il Gobi e cominciamo ad avvicinarci a Kharkorin che sarà la nostra meta per vivere insieme alla gente mongola il Nadaam Festival, l’attesissima e sentitissima festa nazionale dell’indipendenza celebrata con gare degli sport tradizionali. Per festeggiare mangiamo in una guanz, una specie di trattoria lungo la strada, dove i piatti tipici sono buuz o una specie di spaghetti con carne. Andiamo ad alloggiare all’Ongy camp, vicino ad un fiume dove giacciono i resti dell’Ongi khiid, un altro monastero distrutto dalla follia umana! Branchi di cavalli selvaggi giocano nell’acqua mentre lo stallone osserva attento l’intruso e alla prima mossa falsa raduna il branco con un nitrito per portarlo di corsa in zona più tranquilla, che belle criniere … mi spiego anche perché gli uomini mongoli hanno sempre una spazzola legata dietro alla cintura, eh sì queste criniere meritano proprio ogni cura!! I bambini si allenano seriosi alla grande giornata di domani, la lunga corsa a cavallo che entusiasmerà tutti gli abitanti della steppa … e intanto arriviamo all’Anar Camp, vicinoa Kharkorin, saliamo sulle colline dove sorge il monumento all’impero mongolo e da cui si domina la vallata, in lontananza emerge la silhouette dell’affascinante Erdene Zuu. “Sì, Mongol è un gran bel film di un regista russo, ma non rispecchia assolutamente la vera storia di Gengis Khan” … accendo la stufa a legna nella gher e mi addormento.
Per la cronaca il viaggio è stato organizzato con Avventure nel mondo, e con me c'erano 10 partecipanti splendidi.