Lunghissimo il viaggio per arrivare ad Hanoi, ma gia' il primo giorno in terra vietnamita mi conferma che ne valeva la pena. Si respira subito tranquillita' e gentilezza, proprio quello di cui avevo bisogno. A distanza di anni dalla mia ultima visita gli alberghi preparano ancora le colazioni a base di noodles in brodo, e pian piano mi ci abituero' ancora una volta. Usciamo da Hanoi in un'oretta e percorriamo i primi cento chilometri sempre dentro centri abitati, magari piccoli, ma senza soluzione di continuita'. Poi finalmente appare la foresta, i soliti pinnacoli e le prime immense serie di risaie: ecco il Vietnam che ricordavo. Ci incamminiamo tra i viottoli e sorpassiamo i primi ponti sospesi per visitare qualche piccolo villaggio Tay dove un anziano che parla francese ci invita in casa e ci offre il the. Le risaie sono piene di donne al lavoro, ragazzi che cavalcano i bufali d'acqua, caratteristici della zona, e strani aratri con cui viene ruotata la terra delle risaie. La strada non e' trafficatata e dopo i primi incontri con i Tay e con qualche donna Hmong scesa dalle montagne arriviamo alla nostra meta, Nghia Lo. Nella stanza d' hotel c'e' addirittura un computer con collegamento libero a internet (inaccessibile Facebook, qui censurato) e ne approfitto per mandare notizie a casa. Passeggiata nel paese e cena praticamente famigliare in un ristorantino, con pesci fritti, riso, manioca, tofu e birre. Tutto condito da eccezionale cordialita'. E si accendono le piccole luci che cascano da tutte le piante: siamo agli ultimi giorni del Capodanno. Di turisti qui nemmeno l'ombra.