venerdì 2 maggio 2014

Georgia in my wine

Per concludere il viaggio decidiamo di passare gli ultimi due giorni nel Kakheti, la zona con maggior produzione di vino di tutta la Georgia, tanto che anche gli antichi monasteri lo producono e probabilmente hanno ancora nel sottosuolo anfore interrate piene di vino, perlopiù bianco che è sicuramente il loro meglio. Esiste anche il rosso ma non eccezionale ed una specie di roseè che altro non è che bianco conservato insieme alle vinacce che tendono quindi ad arrossarlo. Attorno a Telavi visitiamo 4 antichi monasteri tra cui emergono quello di Alaveli e la chiesa fortificata di Gremi, alcuni hanno interni spettacolari completamente affrescati. All'arrivo di una pioggia tanto torrenziale quanto veloce ci rifugiamo in un antico maniero dove oltra alla visita del museo assaggiamo cinque tipi diversi di vino, non così buoni però come quelli natulali che assaggeremo in un'antica cantina di Signaghi. Quest'ultimo è un piccolo paesino con tanti palazzi in stile italiano e accerchiato da lunghissime mura, a soli due chilometri un vecchio santuario pieno di pellegrini devoti di Santa Nino, la patrona della Georgia. Anche stasera decidiamo di mangiare nella guesthouse soprattutto dopo la favolosa esperienza di ieri sera in cui abbiamo consumatoper 15 Lari a testa una cena a dir poco immensa insieme agli ospiti, due russe, tre anziani tedeschi giramondo e una simpaticissima coppia austro-svizzera. Anche a Telavi molto interessante il mercato dove vendevano dai tantissimi prodotti agricoli agli ultimi ritrovati tecnologici. Sempre tanti i cani in giro, mai pericolosi ma che anzi diventano amici e guide dopo un semplice richiamo. Riguardo alla cena non posso dimenticare la risata della padrona alla mia richiesta d'acqua ... che infatti non ha portato! Da Telavi a Sighnaghi per soli 20 Lari ci ha portato un signore con famiglia che poi proseguiva per Tbilisi.

Fari norvegesi