sabato 27 settembre 2014

Kathmandu-du-du-du

Titolo liberamente tratto da Abatantuono in Marrakech Express, e ampiamente dedicato a Pier l'amico che non sono mai riuscito a portare in Nepal perchè diceva che non c'erano templi da vedere! Oggi lascio libero il gruppo, shopping e giri senza meta per questa caotica città piena di sorprese. Subito ci rechiamo a vedere una bella piazzetta con stupa dove ci sono pochi turisti ma il fascino intatto del luogo di culto. Sistemo tutti i contratti con la favolosa agenzia con cui ho organizzato il viaggio per conto di Avventure nel Mondo, quindi in taxi mi reco nella mia zona preferita, Bodanath ... il grande stupa.
Faccio alcuni giri a piedi ovviamente in senso orario insieme ai fedeli tibetani quindi vado nel solito ristorantino con terrazza e finalmente mi bevo la prima SanMiguel del viaggio senza farmi mancare una zuppa di pomodoro, nostalgia del primo (di cinque) viaggio nepalese dell'89. Passo qui un'oretta ad ammirare il passeggio e le preghiere poi in taxi torno in albergo, breve pisolo e poi pronto ad affrontare l'incredibile folla per arrivare a Durbar Square. Nel frattempo ho anche finito di leggere l'ottimo libro "Sette fiori di senape" che mi ha raccontato un Nepal spesso invisibile ai turisti e mi ha chiarito ancora una volta il perchè rimango sempre attratto dal sorriso che hanno i bambini di strada malgrado quello che passano! C'è molta vita davanti al tempio della dea Khali e non mancano i santoni sorridenti a caccia di foto pagate!!
Mi ributto nella folla e in qualche modo arrivo al mercato delle spezie in Asam poi raggiungo il quartiere turistico di Thamel. Vengo attratto da un venditore di batik, le stoffe pitturate originarie dell'India, e non posso fare a meno di acquistarne qualcuna poi mi accompagna in un favoloso baretto nepalese in cui la cuoca è intenta a fare spaghetti a mano, i famosi chowmein, che verranno poi serviti fritti. Ritrovato il gruppo, saliamo sul pulmino e ci rechiamo in un elegante ristorante nepalese: l'agenzia ci offre la cena e i regali d'addio. Tutto il gruppo resta sorpreso ancora una volta dell'eccezionale generosità nepalese. Domani mattina tutti i miei dieci giovani ed eccezionali compagni di viaggio mi saluteranno e torneranno in Italia, io mi fermo ancora una settimana ... ma questa è un'altra storia. Intanto devo ringraziare per l'ennesima volta Avventure nel Mondo dell'eccezionale esperienza che mi ha fatto fare in giro per il mondo e in particolare in questa Asia che amo con tutto il cuore e dove sempre di più mi trovo a mio agio.

Da Baktapur a Kathmandu

Lasciamo la tranquilla e indimenticabile Baktapur infilandoci nel solito traffico di Kathmandu ma ci fermiamo per prima cosa a visitare Bungamati, piccolo paesino con un grande tempio a Shiva (anni fa ci vidi una grande festa), le solite tranquille scene di vita quotidiana quindi Kokana (vi producono un ottimo olio di senape, n.d.r.) altro paesino newari in cui giochiamo con diversi bambini prima di vedere la fabbrica di tappeti a Juliwkhel gestita da profughi tibetani. Finalmente arriviamo a Patan, con la sua splendida Durbar Square e il Tempio d'Oro, qui ci sono anche tanti turisti, è un gran posto ma meno pacifico di altri appena visti. Nel tempio dei mille Buddha siamo attratti da un trio di monaci, due uomini ed una anziana, che accendono tutte le candele e ruotano tutte le preghiere recitando mantra. Affascinanti e pacifici, come dovrebbero ben sapere i cinesi!! Alla fine arriviamo al clou della giornata, lo splendido e famosissimo Swayambunath, il tempio delle scimmie ... scimmie che subito fregano un pacchetto di fazzolettini ad una ragazza e poi una fetta di cocco ad un'altra spaventandola. Il grande stupa domina su Kathmandu, è un luogo indescrivibile. Certo Kathmandu non è Bakthapur, qui riappare il solito casino e il notevole smog, camminare non è più così semplice. Ci perdiamo nel'Asam market a comprare spezie trovando anche un americano che ci offre hascisc facendoci scoppiare a ridere. Per cena meritatissime bisteccone all'Everest Steak House: ogni tanto bisogna pur andarci!!

Una Ducati come specchio