Non è mai facile raccontare le emozioni scrivendo, a me viene più facile parlando, forse perché da buon italiano ci metto anche la mimica! Ma oggi ci voglio provare. Quando ho visitato Siaulai in Lituania mi sono veramente emozionato, e lo ammetto mi è scappata anche una lacrima. Sì, è successo a me che non sono un cattolico praticante, ma semplicemente una persona che rispetta la fede di chiunque ma che non ama nessun tipo di clero, perché lo vede “semplicemente” come un potere. Ho ancora poca esperienza di paesi dell’est europa …ma già durante la visita della Polonia vidi l’importanza della religione cristiana come resistenza al regime sovietico, e notai la grande frequentazione delle chiese da parte dei giovani, cosa di cui subito mi sono accorto anche nei paesi baltici. Ma Siaulai più di tutto rappresenta la resistenza al regime. Questa collina di croci venne demolita con i bulldozer sovietici per ben tre volte, e ogni volta le migliaia di croci raddoppiavano in pochi giorni come simbolo di ribellione e resistenza, croci bellissime e croci umilissime ma tante tante a dimostrare la resistenza di un popolo di fronte alla dittatura e all’occupazione, ne ripiantarono circa dodicimila dopo l’ultimo abbattimento russo. E adesso questa piccola “immensa” collina di croci resta come simbolo di fede ma ancor più come simbolo di Resistenza.
E non è facile spiegarlo in Italia, dove la ribellione si scontra proprio con il conservatorismo della chiesa, esattamente l'opposto di ciò che provavano i giovani lituani e tutti i giovani sottomessi al cieco regime comunista-sovietico.
E non è facile spiegarlo in Italia, dove la ribellione si scontra proprio con il conservatorismo della chiesa, esattamente l'opposto di ciò che provavano i giovani lituani e tutti i giovani sottomessi al cieco regime comunista-sovietico.