Lalibela ha mantenuto le promesse e le sue chiese scavate nella roccia si sono dimostrate veramente affascinanti e molto frequentate la mattina presto, c'e' poco da dire san Giorgio almeno esternamente con la sua forma a croce le batte tutte. Interessante anche la bolgia umana presnta al mercato del sabato e belle le du chiese di Geneta Mariam e Naktuleab a qualche chilometro di distanza e molto frequentate dai pellegrini. Unico difetto e' che passando molti turisti anche i ragazzi del luogo hanno capito l'antifona e sono un po' opprimenti, ma niente di sconvolgente. Da Lalibela lungo trasferimento a Dessi, e' domenica e incrociamo un sacco di matrimoni ma il clou e' alla chiesa di Maria dov una folla clamorosa vestita di bianco partecipa alla funzione religiosa ballando e battendo le mani. Al lunedi' dopo aver sperimentato le lungaggini burocratiche della banca locale ci dirigiamo a Bati per il famoso mercato del lunedi' frequentato da Afar e oromo, molto interessante anche la zezione dedicata alle bestie con bovini dalle corna incredibili. Cominciano ad apparire le piantagioni di chat che e' si' esportato verso lo Yemen e la vicina Somalia ma e' anche molto utilizzato dala popolazione locale soprattutto ad Harar, enclave musulmana. Interessante sosta al parco nazionale di Awash con hot springs e bellissime cascate nonche' tanti animali, orici, babbuini, dikdik, gazzelle e fagoceri. Sulla strada in serata arrvano militari che si piazzano per impedire scontri tra Afar e Aissa. Arrivati ad Harar ci appare una nuova Etiopia, con la sua cittadella entro le mura e la maggioranza musulmana.