Il viaggio in Centramerica è stato senz'altro uno dei più "vissuti" nella mia breve storia in giro per il mondo. Coordinavo uno dei miei primi gruppi con Avventure nel Mondo per un viaggio con mezzi locali tra Messico, Guatemala, Honduras e Belize. Avevo 30 anni, dormì circa 63 ore in tre settimane: adesso non sarei assolutamente in grado di ripetermi!!
Un gruppo forse troppo numeroso, sicuramente bello ma fin troppo vivace! Già la partenza fu un bel segnale: arrivati a città del Messico poco dopo mezzanotte, trovai velocemente un hotel e verso le 2 in sei ci avventurammo per il centro con l'intenzione di ascoltare qualche mariachi a Plaza Garibaldi: l'unica astemia perse subito il suo titolo e passammo la prima notte insonne del viaggio riuscendo anche a non perderci nell'immensa metropolitana.
Per non perdere tempo approfittammo dei bus notturni per muoverci nei primi giorni, risparmiando tempo e soldi ... ma ci vuole il fisico!!
Le piramidi Teotihuacan, Oaxaca, il favoloso Canyon del Sumidero ... ma il momento clou del viaggio è il trasferimento da Palenque a San Cristobal quando per mancanza d'olio (scoprì poi che era un classico messicano!!) il pulman prese fuoco e scomparve in pochi minuti lasciando solo lamiere in mezzo alla Foresta Lacandona, oltre ad un paio di scarpe e qualche certezza. Bloccai un bus di linea dove montò tutto il gruppo, ma prima di affrontare il duro e impegnativo trasferimento in Guatemala chiesi al bolognese padrone del ristorante El Circo di ubriacarmi tutte le ragazze del gruppo, per dimenticare velocemente l'esperienza pirotecnica del pomeriggio.
Un gruppo forse troppo numeroso, sicuramente bello ma fin troppo vivace! Già la partenza fu un bel segnale: arrivati a città del Messico poco dopo mezzanotte, trovai velocemente un hotel e verso le 2 in sei ci avventurammo per il centro con l'intenzione di ascoltare qualche mariachi a Plaza Garibaldi: l'unica astemia perse subito il suo titolo e passammo la prima notte insonne del viaggio riuscendo anche a non perderci nell'immensa metropolitana.
Per non perdere tempo approfittammo dei bus notturni per muoverci nei primi giorni, risparmiando tempo e soldi ... ma ci vuole il fisico!!
Le piramidi Teotihuacan, Oaxaca, il favoloso Canyon del Sumidero ... ma il momento clou del viaggio è il trasferimento da Palenque a San Cristobal quando per mancanza d'olio (scoprì poi che era un classico messicano!!) il pulman prese fuoco e scomparve in pochi minuti lasciando solo lamiere in mezzo alla Foresta Lacandona, oltre ad un paio di scarpe e qualche certezza. Bloccai un bus di linea dove montò tutto il gruppo, ma prima di affrontare il duro e impegnativo trasferimento in Guatemala chiesi al bolognese padrone del ristorante El Circo di ubriacarmi tutte le ragazze del gruppo, per dimenticare velocemente l'esperienza pirotecnica del pomeriggio.
L'impatto con il Guatemala convinse molti a ridurne i giorni per trasferirsi direttamente a Tikal e ritrovarci poi tra le fantastiche spiagge di Tulum.
In cinque ci avventurammo sui rumoreggianti autobus guatemaltechi alla scoperta di questo vivace paese. Al primo hotel sulla strada per Copan decidiamo di sfidare l'umido caldo della jungla con un tuffo in una piscina dall'acqua torbidissima da cui uscimmo al volo al solo pensiero degli eventuali animali che c'erano dentro!! Copan è terra di scoperte, assistemmo ammutoliti alla fine delle pulizie di un'immensa maschera di roccia.
Da Livingstone risaliamo in barca al Puente dulce dove dovremmo prendere il bus per Flores, mentre smontiamo i bagagli dall'imbarcazione un bambino avvicina una ragazza del nostro gruppo chiedendo se deve tenere ferma ad aspettarci la corriera di linea .... la ragazza (alle prime esperienze di viaggio) lo manda a quel paese e scopriremo poi che il bus successivo passerà "soltanto" dopo 8 ore. Nel frattempo intrattengo i guatemaltechi entusiasti con barzellette sui messicani : è la mia prima volta in lingua spagnola ed il successo è eclatante!!.
Bellissimo l'incontro con un francese di 63 anni, rimasto vedovo e con due figli sposati, che ha deciso di dedicare il resto della sua vita al giro del mondo: si era già fatto tutta l'America del Nord e stava scendendo verso sud con obiettivo la terra del Fuoco per poi risalire dall'altra costa e poi passare al giro dell'Asia, cominciando dall'India sempre che (parole sue) "sopravvivesse a questa prima fase" e guadagnandosi così una posizione di notevole riguardo tra i miei idoli e i miei miti.
Verso sera partiamo, attraversando la foresta del Peten, due autisti con fidanzate che cantano il merengue accennando passi di danza nei primi posti della corriera, sopra la testa dell'autista il porta-machete. Arrivati nella jungla in prossimità di un muretto con molti fori (che la dicono lunga sull'utilizzo, sono chiaramente segni di proiettili!!) veniamo fermati da otto persone armate, 4 vestiti da baseball e quattro in mimetica: sarà meglio che sia l'esercito regolare o sarà meglio che sia la guerriglia? Sale sul mezzo un personaggio in braghe corte color cachi che battezzo come il capo e mi presento come italiano con quattro amici, offrendo una sigaretta e guadagnandomi subito il suo sorriso. Mi invita a scendere con i passaporti dei miei compagni che devono restare sul mezzo mentre invita me a scendere allertandomi a non allontanarmi più di 5 metri altrimenti mi sparano: che gioia!!!
Fuori c'è tensione che si taglia con il coltello (o meglio, con il machete!!), i militari con fucile a pompa perquisiscono tutti con modi rudi e poi invitano a risalire sul mezzo con spinte per niente gentili. A me il capo guarda solo i documenti e mi scrocca un'altra sigaretta, poi mentre faccio per risalire scivolo con una gamba nel vicino fossato di fango e comincio a ballare per togliermi il fango così le perquisizioni continuano con i militari che ridono e la gente meno intimorita da loro e più attenta alla mia performance. Il comandante si infastidisce e dice che così non si può continuare e rispedisce tutto sul mezzo e si riparte nel silenzio generale. Dopo alcuni minuti l'autista accende il microfono "La Fuente del Norte (compagnia del bus, n.d.r.) ringrazia l'italiano per aver fatto sospendere la perquisizione e risolto pacificamente il Problema, e offre la comida a todos"!!!
Arrivati ad un villaggio si accendono le luci di una locanda e subito partono dei maialini allo spiedo, stiamo fermi qualche ora e tutti vogliono brindare con me ... Ripartiamo che sono decisamente ubriaco e contento di quello che ho fatto, senza volere.
Arrivati a destinazione poco prima delle 4 di mattina contagio subito con la mia allegria etilica il custode dell'hotel che ci dà gratis le stanze per depositarci i bagagli e correre a vedere l'alba tra le favolose Piramidi di Tikal ... le scaliamo nella giungla colpiti da questo fascino senza tempo. Causa vertigini evito di salire sulle cime per non dover far ricorso ad elicotteri per scendere!!! Stiamo in giro un sacco di ore, poi ci mangiamo un bel piatto di riso guatemalteco e ricordo solo di averci appoggiato la faccia per poi risvegliarmi cinque ore dopo in hotel senza sapere dov'ero.
Negli ultimi giorni ho passato molto tempo in giro con altri tre per la metropolitana di Città del Messico. Rientrato in Italia, dopo una breve sosta a casa, facendo incavolare non poco i miei cani (!!), sono ripartito in giornata con destinazione Roma. Ho preso un treno per Bologna dove avrei cambiato e preso un altro treno per Bari. Mi sono addormentato, ovviamente, e al risveglio convintissimo di essere in metropolitana a Città del Messico ho subito pensato male dei miei amici che mi avevano abbandonato .... poi ho notato che avevo stranamente addosso una giacca e avevo una borsa invece del solito zaino. Con aria assolutamente "vaga" ho chiesto in lingua spagnola "dove siamo?" e il signore davanti mi ha risposto tranquillamente "Bologna!" il che mi ha prima lasciato assolutamente allibito e impreparato dopodichè mi sono fiondato all'uscita ancora basito dalla scoperta. Sul nuovo treno ho praticamente disturbato tutti i presenti invitandoli a svegliarmi se mi avessero visto dormire alla sosta di Firenze. Poi piano piano oltre che fisicamente sono tornato in Italia anche moralmente.
In cinque ci avventurammo sui rumoreggianti autobus guatemaltechi alla scoperta di questo vivace paese. Al primo hotel sulla strada per Copan decidiamo di sfidare l'umido caldo della jungla con un tuffo in una piscina dall'acqua torbidissima da cui uscimmo al volo al solo pensiero degli eventuali animali che c'erano dentro!! Copan è terra di scoperte, assistemmo ammutoliti alla fine delle pulizie di un'immensa maschera di roccia.
Da Livingstone risaliamo in barca al Puente dulce dove dovremmo prendere il bus per Flores, mentre smontiamo i bagagli dall'imbarcazione un bambino avvicina una ragazza del nostro gruppo chiedendo se deve tenere ferma ad aspettarci la corriera di linea .... la ragazza (alle prime esperienze di viaggio) lo manda a quel paese e scopriremo poi che il bus successivo passerà "soltanto" dopo 8 ore. Nel frattempo intrattengo i guatemaltechi entusiasti con barzellette sui messicani : è la mia prima volta in lingua spagnola ed il successo è eclatante!!.
Bellissimo l'incontro con un francese di 63 anni, rimasto vedovo e con due figli sposati, che ha deciso di dedicare il resto della sua vita al giro del mondo: si era già fatto tutta l'America del Nord e stava scendendo verso sud con obiettivo la terra del Fuoco per poi risalire dall'altra costa e poi passare al giro dell'Asia, cominciando dall'India sempre che (parole sue) "sopravvivesse a questa prima fase" e guadagnandosi così una posizione di notevole riguardo tra i miei idoli e i miei miti.
Verso sera partiamo, attraversando la foresta del Peten, due autisti con fidanzate che cantano il merengue accennando passi di danza nei primi posti della corriera, sopra la testa dell'autista il porta-machete. Arrivati nella jungla in prossimità di un muretto con molti fori (che la dicono lunga sull'utilizzo, sono chiaramente segni di proiettili!!) veniamo fermati da otto persone armate, 4 vestiti da baseball e quattro in mimetica: sarà meglio che sia l'esercito regolare o sarà meglio che sia la guerriglia? Sale sul mezzo un personaggio in braghe corte color cachi che battezzo come il capo e mi presento come italiano con quattro amici, offrendo una sigaretta e guadagnandomi subito il suo sorriso. Mi invita a scendere con i passaporti dei miei compagni che devono restare sul mezzo mentre invita me a scendere allertandomi a non allontanarmi più di 5 metri altrimenti mi sparano: che gioia!!!
Fuori c'è tensione che si taglia con il coltello (o meglio, con il machete!!), i militari con fucile a pompa perquisiscono tutti con modi rudi e poi invitano a risalire sul mezzo con spinte per niente gentili. A me il capo guarda solo i documenti e mi scrocca un'altra sigaretta, poi mentre faccio per risalire scivolo con una gamba nel vicino fossato di fango e comincio a ballare per togliermi il fango così le perquisizioni continuano con i militari che ridono e la gente meno intimorita da loro e più attenta alla mia performance. Il comandante si infastidisce e dice che così non si può continuare e rispedisce tutto sul mezzo e si riparte nel silenzio generale. Dopo alcuni minuti l'autista accende il microfono "La Fuente del Norte (compagnia del bus, n.d.r.) ringrazia l'italiano per aver fatto sospendere la perquisizione e risolto pacificamente il Problema, e offre la comida a todos"!!!
Arrivati ad un villaggio si accendono le luci di una locanda e subito partono dei maialini allo spiedo, stiamo fermi qualche ora e tutti vogliono brindare con me ... Ripartiamo che sono decisamente ubriaco e contento di quello che ho fatto, senza volere.
Arrivati a destinazione poco prima delle 4 di mattina contagio subito con la mia allegria etilica il custode dell'hotel che ci dà gratis le stanze per depositarci i bagagli e correre a vedere l'alba tra le favolose Piramidi di Tikal ... le scaliamo nella giungla colpiti da questo fascino senza tempo. Causa vertigini evito di salire sulle cime per non dover far ricorso ad elicotteri per scendere!!! Stiamo in giro un sacco di ore, poi ci mangiamo un bel piatto di riso guatemalteco e ricordo solo di averci appoggiato la faccia per poi risvegliarmi cinque ore dopo in hotel senza sapere dov'ero.
Negli ultimi giorni ho passato molto tempo in giro con altri tre per la metropolitana di Città del Messico. Rientrato in Italia, dopo una breve sosta a casa, facendo incavolare non poco i miei cani (!!), sono ripartito in giornata con destinazione Roma. Ho preso un treno per Bologna dove avrei cambiato e preso un altro treno per Bari. Mi sono addormentato, ovviamente, e al risveglio convintissimo di essere in metropolitana a Città del Messico ho subito pensato male dei miei amici che mi avevano abbandonato .... poi ho notato che avevo stranamente addosso una giacca e avevo una borsa invece del solito zaino. Con aria assolutamente "vaga" ho chiesto in lingua spagnola "dove siamo?" e il signore davanti mi ha risposto tranquillamente "Bologna!" il che mi ha prima lasciato assolutamente allibito e impreparato dopodichè mi sono fiondato all'uscita ancora basito dalla scoperta. Sul nuovo treno ho praticamente disturbato tutti i presenti invitandoli a svegliarmi se mi avessero visto dormire alla sosta di Firenze. Poi piano piano oltre che fisicamente sono tornato in Italia anche moralmente.
Qualcuno ha fatto notare che un mese e mezzo dopo il mio passaggio, è emerso il grande Marcos con i suoi Zapatisti ... alla ricerca di un mondo migliore!!!