Un film molto interessante con alcune ottime interpretazioni, dialoghi surreali come si conviene nei dialoghi tra matti, un film che forse dovevo vedere in condizioni di minor stanchezza. Sicuramente una novità importante nel panorama cinematografico italiano. Ascanio Celestini si dimostra sicuramente come un personaggo da seguire, idee originali e allettanti.
mercoledì 27 ottobre 2010
Il nucleare non conviene
Nel 1987 l’Italia ha detto NO al nucleare. Dopo 20 anni gli Italiani hanno ancora ragione e i nostri dipendenti politici sbagliano ancora. Basti pensare ai costi eterni per lo smaltimento delle scorie, alla scarsità di uranio nel mondo, ai pazzeschi costi reali di gestione. Non esistono reattori sicuri, la filiera è utilizzabile anche a fini militari. L’energia nucleare è molto più costosa di quanto ci vogliono far credere.
La mancata soluzione di questi problemi rimane, nonostante gli immensi investimenti Pubblici, in ricerca e sviluppo, negli ultimi 50 anni. Nei Paesi Ocse destinate al settore energetico, se le fonti rinnovabili nel periodo 1992-2005 hanno visto l’11% delle risorse di ricerca e sviluppo, il nucleare ha assorbito il 58% (fonte International Energy Agency).
L’uranio estraibile è di 3,5 milioni di tonnellate. Con l’attuale consumo entro un paio di decenni le riserve di uranio finiranno.
In questi ultimi anni il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte anche senza aumenti di richiesta. Estrarre l’uranio costa sempre di più . I reattori di quarta generazione, pur essendo da decenni allo studio, non si sono ancora concretizzati in impianti utilizzabili diffusamente in sicurezza. Saranno disponibili commercialmente fra decenni.
Il Superphénix, l’orgoglio della Francia, è un immenso fallimento: 13 mila miliardi di lire di costi più 2,1 miliardi di euro per lo smantellamento (fonte Corte dei Conti francese); è chiuso dal 1994 per i continui incidenti. In Italia sistemare le 235 tonnellate di combustibile nucleare della centrale di Caorso, costerà almeno 4 miliardi di euro.
Il nucleare serve a produrre energia elettrica, il 2% a livello mondiale. In Italia l’energia elettrica rappresenta solo un quinto dell’energia consumata. Quindi il nucleare coprirebbe in Italia solo una parte di una parte senza incidere nella bolletta energetica italiana Infine dipenderemo in eterno da chi ci fornirà l’uranio che salirà a prezzi stellari.
Negli USA a giugno 2010 l’energia prodotta da fonti rinnovabili hanno superato la produzione di quella prodotta dal nucleare. Cina ed Usa si contendono il primo posto nella produzione di energia rinnovabile e nello sviluppo tecnologico sull’uso delle rinnovabili in percentuale al PIL.
Alla fine di cosa stiamo parlando? Di gente che spende inutilmente denaro pubblico contro la manifesta volontà degli Italiani . Pagheremo caro, pagheremo tutti.
Si deve uscire da queste idee folli e retrogradi facendo come fanno i paesi industrializzati: sviluppare ed aumentare le fonti alternative e migliorare l’efficienza energetica dei consumi per iniziare.
Non è vero che le bollette saranno meno care. Sostituire l’energia elettrica prodotta con il petrolio con quella prodotta dall’uranio non farà diminuire la bolletta dei cittadini. Gli Italiani avranno risparmi veri solo se i loro consumi saranno al netto degli sprechi. Solo così potranno abbassare i costi delle utenze, consumando solo il necessario e abbandonando le tecnologie obsolete che fanno sprecare l’energia.
Articolo pubblicato su proposta di Parma in Movimento
La mancata soluzione di questi problemi rimane, nonostante gli immensi investimenti Pubblici, in ricerca e sviluppo, negli ultimi 50 anni. Nei Paesi Ocse destinate al settore energetico, se le fonti rinnovabili nel periodo 1992-2005 hanno visto l’11% delle risorse di ricerca e sviluppo, il nucleare ha assorbito il 58% (fonte International Energy Agency).
L’uranio estraibile è di 3,5 milioni di tonnellate. Con l’attuale consumo entro un paio di decenni le riserve di uranio finiranno.
In questi ultimi anni il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte anche senza aumenti di richiesta. Estrarre l’uranio costa sempre di più . I reattori di quarta generazione, pur essendo da decenni allo studio, non si sono ancora concretizzati in impianti utilizzabili diffusamente in sicurezza. Saranno disponibili commercialmente fra decenni.
Il Superphénix, l’orgoglio della Francia, è un immenso fallimento: 13 mila miliardi di lire di costi più 2,1 miliardi di euro per lo smantellamento (fonte Corte dei Conti francese); è chiuso dal 1994 per i continui incidenti. In Italia sistemare le 235 tonnellate di combustibile nucleare della centrale di Caorso, costerà almeno 4 miliardi di euro.
Il nucleare serve a produrre energia elettrica, il 2% a livello mondiale. In Italia l’energia elettrica rappresenta solo un quinto dell’energia consumata. Quindi il nucleare coprirebbe in Italia solo una parte di una parte senza incidere nella bolletta energetica italiana Infine dipenderemo in eterno da chi ci fornirà l’uranio che salirà a prezzi stellari.
Negli USA a giugno 2010 l’energia prodotta da fonti rinnovabili hanno superato la produzione di quella prodotta dal nucleare. Cina ed Usa si contendono il primo posto nella produzione di energia rinnovabile e nello sviluppo tecnologico sull’uso delle rinnovabili in percentuale al PIL.
Alla fine di cosa stiamo parlando? Di gente che spende inutilmente denaro pubblico contro la manifesta volontà degli Italiani . Pagheremo caro, pagheremo tutti.
Si deve uscire da queste idee folli e retrogradi facendo come fanno i paesi industrializzati: sviluppare ed aumentare le fonti alternative e migliorare l’efficienza energetica dei consumi per iniziare.
Non è vero che le bollette saranno meno care. Sostituire l’energia elettrica prodotta con il petrolio con quella prodotta dall’uranio non farà diminuire la bolletta dei cittadini. Gli Italiani avranno risparmi veri solo se i loro consumi saranno al netto degli sprechi. Solo così potranno abbassare i costi delle utenze, consumando solo il necessario e abbandonando le tecnologie obsolete che fanno sprecare l’energia.
Articolo pubblicato su proposta di Parma in Movimento
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