mercoledì 26 novembre 2008
Chi è Leyla Zana
Ieri sera il consiglio comunale di Fidenza in seduta straordinaria ha deliberato la cittadinanza onoraria di Fidenza a Leyla Zana, per descriverla riporto le parole con cui è stata presentata la delibera dal Consigliere comunale con delega alla Pace e ai Diritti Umani, Massimiliano Franzoni:
"Signor Presidente; Mi permetta in primo luogo di ringraziare Amnesty International e la Delegazione di Pace al Newroz 2008, oltre che per il loro impegno, per aver posto all’attenzione del civico consesso fidentino la proposta di cittadinanza onoraria a Leyla Zana.
Come ricordato nella premessa alla mozione, che viene sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale, le Nazione Unite nell’istituire il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne hanno in particolare posto la loro attenzione alle donne appartenenti a gruppi minoritari, in quanto particolarmente esposte alla violenza, evidenziando come la violenza sulle donne è “un ostacolo sulla via dell’uguaglianza dello sviluppo e della pace…”.
Leyla Zana ha fatto della lotta per i diritti delle donne e per i diritti del popolo curdo la ragione stessa della sua vita e ha pagato di persona le sue scelte.
Leyla Zana è nata in Turchia nel1961 in un villaggio nei pressi di Diyarbakir, capitale virtuale del Kurdistan. Nel suo villaggio il patriarcato era molto forte e la vita delle donne piena di castighi. Leyla il castigo non lo voleva. Fin da bambina le mettevano il velo e lei se lo strappava. A 14 anni il padre le disse: “Adesso vai in sposa a mio cugino”. Lei disse “No, ha vent’anni in più di me, non lo sposerò mai”. “Tu stai zitta e lo sposi”. Leyla alla fine si piego alla volontà del padre dopo una dura lotta con l’intero villaggio per far comprendere a tutti il suo diritto di donna all’autodeterminazione. Alla fine ha sposato Mehidi che le è stato accanto con determinazione nella difesa dei diritti del popolo curdo. Il marito divenne sindaco di Amed storica città curda sul fiume Tigri e fu destituito e incarcerato dopo il colpo di stato militare del 1980. In quel periodo Leyla divenne la portavoce delle donne che avevano figli, mariti, fratelli nelle carceri dei militari ma lei si batte in particolare perchè le donne si autorganizzassero per i propri diritti.
Nel 1991, al termine della dittatura, divenne deputata con un grosso consenso popolare e divenne per le donne e non soltanto per esse simbolo di libertà e di forza. Divenne sostenitrice della convivenza pacifica di turchi e curdi in un contesto democratico. Questo rappresentò per lei una colpa soprattutto per aver affermato le sue convinzioni in Parlamento, nel giorno del suo giuramento, parlando nella propria lingua, la lingua di almeno 15 milioni di kurdi con passaporto turco.
Nel 1994 al rientro da un viaggio in Europa e negli Stati Uniti per sostenere la causa curda, è privata dell’immunità e arrestata nell’aula del Parlamento.
Il 3 agosto dello stesso anno inizia il processo che la vede accusata di “separatismo”. La condanna a morte è evitata grazie alle pressioni internazionali, ma le viene comminata la condanna a 15 anni di carcere. Verrà liberta il 9 giugno del 2004 grazie alle forti pressioni internazionali.
Dopo la sua liberazione nonostante la repressione delle attività politiche, sociali e culturali curde, lotta per la convivenza pacifica dei due popoli in un contesto democratico, sostenendo la necessità di una soluzione politica basata sull’integrità territoriale della Repubblica Turca.
Un’altra condanna all’ex deputata curda Leyla Zana è stata comminata l’11 aprile 2008 dal tribunale della città di Diyarbakir, in base alla normativa che punisce “la propaganda a favore di un’organizzazione terroristica”.
Leyla Zana non è certo l’unica kurda ad essere stata detenuta nelle carceri turche: con lei furono arrestati quattro deputati kurdi. Prima di lei migliaia di uomini e donne del suo popolo e dei turchi che ne appoggiavano le rivendicazioni sono stati arrestati, spesso torturati e uccisi. Questo accade anche oggi nonostante i primi passi compiuti dalla Turchia per aderire all’Unione Europea.
Leyla Zana è diventata in patria e in tutto il mondo il simbolo della rivendicazione pacifica della soluzione alla questione kurda. Conferendole la cittadinanza onoraria, proprio nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Consiglio comunale sostiene concretamente, a nome di tutti i cittadini di Fidenza, la lotta di questa donna fiera e coraggiosa, che si batte per la fratellanza di due popoli e per la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero.
La storia della nostra città e delle tante donne, che si sono battute nei momenti più difficili per la libertà, si specchia e non può che rendere propria la lotta di Leyla Zana come la lotta di una sua concittadina."
"Signor Presidente; Mi permetta in primo luogo di ringraziare Amnesty International e la Delegazione di Pace al Newroz 2008, oltre che per il loro impegno, per aver posto all’attenzione del civico consesso fidentino la proposta di cittadinanza onoraria a Leyla Zana.
Come ricordato nella premessa alla mozione, che viene sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale, le Nazione Unite nell’istituire il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne hanno in particolare posto la loro attenzione alle donne appartenenti a gruppi minoritari, in quanto particolarmente esposte alla violenza, evidenziando come la violenza sulle donne è “un ostacolo sulla via dell’uguaglianza dello sviluppo e della pace…”.
Leyla Zana ha fatto della lotta per i diritti delle donne e per i diritti del popolo curdo la ragione stessa della sua vita e ha pagato di persona le sue scelte.
Leyla Zana è nata in Turchia nel
Nel 1991, al termine della dittatura, divenne deputata con un grosso consenso popolare e divenne per le donne e non soltanto per esse simbolo di libertà e di forza. Divenne sostenitrice della convivenza pacifica di turchi e curdi in un contesto democratico. Questo rappresentò per lei una colpa soprattutto per aver affermato le sue convinzioni in Parlamento, nel giorno del suo giuramento, parlando nella propria lingua, la lingua di almeno 15 milioni di kurdi con passaporto turco.
Nel 1994 al rientro da un viaggio in Europa e negli Stati Uniti per sostenere la causa curda, è privata dell’immunità e arrestata nell’aula del Parlamento.
Il 3 agosto dello stesso anno inizia il processo che la vede accusata di “separatismo”. La condanna a morte è evitata grazie alle pressioni internazionali, ma le viene comminata la condanna a 15 anni di carcere. Verrà liberta il 9 giugno del 2004 grazie alle forti pressioni internazionali.
Dopo la sua liberazione nonostante la repressione delle attività politiche, sociali e culturali curde, lotta per la convivenza pacifica dei due popoli in un contesto democratico, sostenendo la necessità di una soluzione politica basata sull’integrità territoriale della Repubblica Turca.
Un’altra condanna all’ex deputata curda Leyla Zana è stata comminata l’11 aprile 2008 dal tribunale della città di Diyarbakir, in base alla normativa che punisce “la propaganda a favore di un’organizzazione terroristica”.
Leyla Zana non è certo l’unica kurda ad essere stata detenuta nelle carceri turche: con lei furono arrestati quattro deputati kurdi. Prima di lei migliaia di uomini e donne del suo popolo e dei turchi che ne appoggiavano le rivendicazioni sono stati arrestati, spesso torturati e uccisi. Questo accade anche oggi nonostante i primi passi compiuti dalla Turchia per aderire all’Unione Europea.
Leyla Zana è diventata in patria e in tutto il mondo il simbolo della rivendicazione pacifica della soluzione alla questione kurda. Conferendole la cittadinanza onoraria, proprio nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Consiglio comunale sostiene concretamente, a nome di tutti i cittadini di Fidenza, la lotta di questa donna fiera e coraggiosa, che si batte per la fratellanza di due popoli e per la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero.
La storia della nostra città e delle tante donne, che si sono battute nei momenti più difficili per la libertà, si specchia e non può che rendere propria la lotta di Leyla Zana come la lotta di una sua concittadina."
Iscriviti a:
Post (Atom)