lunedì 12 ottobre 2015

La terza camera


Arrivo a Moab

Della serie "Non so cosa ci faccio qui", il 10 ottobre sono partito a sorpresa per gli States, ho deciso tre giorni prima e ho anche festeggiato San Donnino. Bagagli fatti in fretta e malgrado qualche errore arrivati a destinazione. Questa volta sono passati anche gli accendini che mi ero dimenticato in tasca. Sullo spartanissimo volo UnitedAirlines di fianco a me c'è una ragazza giovane, Stefania, che torna in Nord  Carolina dopo pochi mesi e avrà qualche problema all'entrata ma dopo due ore e tanta ansia riuscirà a entrare anche questa volta. Sull'aereo molto freddo, senza schermi personali e inizialmente con audio altissimo poi si decidono a distribuire le cuffiette vecchio stile. Erano anni che non facevo un volo lungo in ambiente così spartano, ma fa lo stesso. Sosta a Miami con un gran caldo, mangiucchio in un ristorantino servito da una ragazza di colore dal tipico sorriso smagliante, tipico perchè solo i neri sorridono in questo bel modo... trasmettono allegria! Arrivato a Denver verso le 23, dopo un po' telefono all'hotel e finalmente mandano uno shuttle a recuperarmi. Buon viaggio!!
Malgrado stanchezza e fuso orario parto di buon ora dal motel di Aurora, Denver, e recupero l'auto a noleggio quindi mi metto in marcia sulla I-70 molto trafficata inizialmente poi sempre meno andando avanti in direzione Utah. Non mancano i trucks giganteschi ma guidare sulle strade americane è quasi rilassante. Mi faccio quasi 400 miglia senza battere ciglio. A Grand Junction faccio un po' di fatica a trovare la Monument Road ma alla fine riesco a entrare nel piccolo ma favoloso Colorado National Monument, grandi rocce rosa tra canyon e pendii ripidissimi. C'è da dire che chiedere informazioni qui è quasi sempre un piacere, quasi perchè trovi anche quello che ti guarda male e ti risponde a monosillabi , ma in generale la gente è socievole, diciamo che bisogna studiarsela un attimo prima!! La ranger per esempio è una fonte di notizie eccezionale cosi come la gentilissima ragazza del motel di Moab. Sulla strada solidarizzo prima con un anziano messicano, che "ovviamente" mi dice tra messicani e italiani ci si intende molto bene (della serie "una faccia una pancia"!) poi con un signore americano in procinto di partire per Potenza a conoscere i vecchi parenti della moglie, anch'essa mai stata in Italia ... gli consiglio di visitare Matera, mi ringraziano e si informeranno. A Cisco prendo la scenic byway ovvero una bellissima strada di 42 miglia che mi incanta con i panorami prima di arrivare a Moab proprio al crepuscolo, quindi cerco acqua e un po' di cibo prima di andare a crollare su un letto. Poi domani spero di visitare finalmente i due parchi che causa sciopero non avevo visto l'altra volta.

Uccelli a Dresda