lunedì 13 aprile 2015

Il mio saluto a Eduardo Galeano

Oggi è morto Eduardo Galeano, grande scrittore uruguayano che ci ha raccontato tante verità sull'America Latina. Lo voglio ricordare con qualche suo breve testo.
"Ormai è venuta l’ora di smettere di essere testimoni delle nostre disgrazie."
"L’utopia è come l’orizzonte, fai due passi e si allontana di due passi, ne fai dieci e si allontana di dieci. Ma allora a che cosa serve? A camminare." 
"La memoria è un dovere, ma sognare è un diritto che nessuno ci può togliere"
"La donna e l'uomo sognavano che Dio li stava sognando."
Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei” rispose. “Gli darei un pallone per farlo giocare”.
"Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio."
"Il gol, anche se è un golletto, risulta sempre un goooooooooooool nella gola dei radiocronisti, un “do di petto” capace di lasciare Caruso muto per sempre, e la folla delira, e lo stadio dimentica di essere di cemento e si stacca dalla terra librandosi nell’aria."
"Più che mangiare, siamo mangiati dal cibo che ci impongono"
"Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte, mentre dormivo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese."
" Penso che la grande tragedia del secolo scorso sia stata il divorzio tra libertà e giustizia. Una parte del mondo ha sacrificato la libertà in nome della giustizia, e l'altra parte ha fatto l'opposto. La migliore eredità di Rosa sta nell'idea che libertà e giustizia siano due fratelli siamesi. Ricucire quel legame rappresenta la grande sfida di questo nuovo secolo."
"Dopo quattro anni come fattorino in banca capii che non faceva per me. Lì appresi che i principali rapinatori di banche sono i banchieri stessi ma nessun allarme suona mai per loro." 
"Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: È PROIBITO IL CANTO FLAMENCO. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: È PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca."

Finestra di montagna