Ci sarà ancora tempo per parlare del Guatemala, un paese che non finisce mai di affascinare ... ma intanto il viaggio prosegue in Belize. Sbarcati a Cay Caulker ritrovo esattamente lo stesso luogo di vent'anni fa, solo con più turisti. Si gira con le macchininine dei campi da golf perlomeno per raggiungere l'alberghetto, dopodiche lasciati bagagli si gira a piedi, la regola sarebbe "no shoes and no shirts". Il ritmo è lento e dobvunque risuonano le note del reggae. Prima cena a base di barracuda e ganmberetti. Prendiamo una barca a vela e ci dirigiamo alla meta più ambita dell'isola, la barriera corallina. Prima sosta bagno tra gli squali, sarà che la barca mi ha provocato un pò di nausea ma sto bene anche senza scendere in acqua anche perchè dopo recupero facendo snorkeling sulla barriera spesso accompagnato da favolose tartarughe. Dopo il pranzo serie di tuffi e poi dolce far niente mentre navighaimo con Bob Marley a manetta, ponch di rhum e aranciata nonchè nacos e gamberetti ... dura la vita. Non è stagione di aragoste ma il capitano Steve mi dice che domani ce ne saranno sette italiane in giro per Cay Caulker. La sua compagna Dina arriva dalla repubblica ceca mentre il timoniere con 50 anni ed un fisico perfetto tiene la rotta senza sbagliare un passo del suo ballo reggae. Cay Caulker non ha spiagge ma solo lo split, un ponticello in legno spezzato che collegava alla parte nord del cayo. A qualcuno il posto non piace ma i miei giovani compagni di viaggio sono letteralmente entusiasti.