Mai avrei pensato di tornare in questo meraviglioso luogo di storia e miti nella jungla dopo vent'anni, Tikal, un luogo che da solo vale un viaggio ! Ma torniamo leggermente indietro. Lasciamo la meravigliosa Finca Tatin sotto una clamorosa pioggia tropicale, sulla lancia ci copriamo con sacchi dell'immondizia e grossi teli neri così alle 10 nemmeno troppo bagnati ritroviamo il nostro pulmino. Ma la pioggia ci è anche favorevole perchè a causa sua è stata rinviata una manifestazione di protesta che avrebbe bloccato la strada, invece passiamo come se niente fosse vedendo però i segni di pneumatici bruciati nei giorni precedenti. Ci fermiamo per pranzo nel piccolo e affascinante Flores, un paesino su un'isoletta di un lago, proprio piacevole quindi arrivati a Tikal cominciamo la visita, assolutamente senza guide che pure tentano di boicottarci, di questa meraviglia maya. Scaliamo i primi templi quindi ci rifugiamo in un hotel dentro alla foresta, mangiamo in un comedor familiare e alle 4 in punto siamo di nuovo dentro, con un buio pesto pronti a scalare la piramide più alta, il leggendario Tempio IV. Stellata da favola con diverse stelle cadenti e in lontananza il richiamo delle scimmie urlatrici, che effettivamente fanno un po' venire la pelle d'oca. Quindi l'alba e dalla foschia emergono le punte delle altre piramidi. Ci incamminiamo per la visita completa incontrando anche procioni e scimmie fino alla meritata colazione. Alle 9 ripartiamo per la frontira con il Belize che superiamo in meno di un'ora poi ci attende la traversata sul watertaxi e l'arrivo a Cay Caulker, un isolotto dalla vita rastafariana dobe passeremo cazzeggiando i prossimi giorni.
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